Cosa vuoi fare da grande? Seguirai le orme di mamma o di papà? Domande a cui tutti, e non solo una volta nella vita, abbiamo risposto. A volte con idee originali e anche un po’ improbabili – come la bambina che una volta mi disse che da grande voleva fare il lavoro di “quella che passeggia e va in giro per negozi” –, altre volte dando credito alla famosa “voce” che già in tenera età ti suggerisce il destino, quella che qualcuno chiama vocazione.
Nonostante reiterati inviti, soprattutto da parte dei genitori, a pensare con largo anticipo al futuro e agli studi da intraprendere, sono davvero pochi gli studenti che, maturità affrontata e pezzo di carta in mano, hanno le idee chiare. Iscriversi all’università e scegliere la facoltà giusta diventa così per molti motivo di ansia, di giorni trascorsi a valutare la lista dei pro e quella dei contro. Mentre per altri la scelta si trasforma in una sorta di lotteria, dove vince la casualità a scapito del ragionamento e tutto termina con l’iscrizione a una facoltà anonima, di massa.
Eppure è proprio in quel momento, quando si consegna il modulo per l’iscrizione a un corso di studi, che un neodiplomato determina buona parte del suo futuro. Certo, si può cambiare strada in qualsiasi momento e rivalutare le decisioni prese, ma il rischio è quello di sprecare tempo, denaro e fatica. Dunque, meglio non sottovalutare la scelta e tentare di prendere la strada giusta fin dall’inizio. Ognuno con i propri criteri e i propri tempi, ma con alcune semplici regole che valgono per tutti. Eccone alcune

Non pensare all’università come l’unica soluzione possibile
Prima di valutare ateneo e facoltà bisogna essere certi che l’università sia davvero la scelta giusta. La formazione universitaria, infatti, non è l’unica possibile. Le alternative valide sono molte: dalle accademie ai conservatori, dalle scuole private alla carriera militare. Senza dimenticare tutti quei lavori, tradizionali ma anche più recenti, che non richiedono un titolo di studio particolare. Non tutti, poi, sono portati per lo studio e hanno la volontà, una volta chiusi i libri delle superiori, di continuare a studiare. E iscriversi all’università, come minimo, vuol dire studiare per almeno altri tre anni. Per questo, ma anche per lo sforzo economico che l’università comporta, è una decisione che va presa valutando tutti gli aspetti in gioco.

Guardarsi allo specchio per valutare capacità, ambizioni e attitudini
Saper valutare con oggettività le proprie capacità e le proprie attitudini è un elemento chiave per fare una scelta corretta. Per farlo, è necessario mettere da parte qualsiasi ansia, evitando che la paura di intraprendere un percorso sbagliato influenzi la scelta. È  importante è cercare di capire ciò che si adatta di più alle proprie caratteristiche e ai propri interessi, mettendo in evidenza capacità e lacune. Un modo per rafforzare l’analisi è ricorrere a uno dei tanti test attitudinali e di autovalutazione che si trovano on line; attenzione però: i risultati vanno interpretati, non presi alla lettera.